L’Unione Europea aveva chiesto all’Italia chiarimenti sulle misure contenute in una manovra che secondo Bruxelles non rispetterebbe il target di riduzione del debito per il 2020.
La risposta del ministero italiano dell’Economia adesso è pronta. Il documento arriverà in tarda serata alla Commissione europea, per poi essere pubblicato nella giornata di domani sul sito del Mef. “Facciamo una manovra responsabile ma non restrittiva”, ha puntualizzato il ministro Roberto Gualtieri, aggiungendo, all’indirizzo dell’Ue, che questo “è il momento di utilizzare la flessibilità” perché “se lo si fa con pacatezza e credibilità si fa un dialogo serio e civile con l’Europa”.
Insomma, l’Italia è tranquilla, ha risposto all’Europa rispettando le scadenze e la manovra non cambia. Anche perché Bruxelles non ha avanzato alcuna richiesta esplicita di correzione, ma solo un chiarimento sulla politica economica che ha intenzione di varare il governo giallorosso in vista del prossimo anno.
Il nodo più evidente deriva dal fatto che la la Commissione chiedeva un miglioramento del saldo strutturale dello 0,6%, mentre Roma lo ha modificato con un peggioramento dello 0,1%. In ogni caso, assicurano fonti di governo, non ci sono tensioni in atto ma un “semplice dialogo tra istituzioni”.
Nella bozza di sei pagine che ha fatto da canovaccio alla lettera di risposta all’Ue, il governo ha inserito lo scheletro della manovra, formato sia da nuove misure sia da altre, confermate ma limate nei dettagli.
Partiamo dai numeri. Sono previsti 30 miliardi di euro di maggiori spese e 15 di maggiori entrate. Tra queste ultime, 6,5 arriveranno dalle misure individuate nel Decreto Fiscale, mentre 8,5 da quelle previste dal Disegno di Legge di Bilancio. Il resto, 14,4 miliardi, è coperto in deficit.
Tra le misure, la manovra prevede un fondo da 2 miliardi nel prossimo triennio da destinare alla famiglia. A partire dal 2020 le risorse dei vari bonus nascita, bebè e asili nido saranno raggruppate in un unico fondo, che potrà contare su una dote aggiuntiva di 500 milioni. Arriverà infatti una “carta bimbi” da 400 euro al mese che consentirà alle famiglie di coprire le rette per gli asili nido o azzerarle del tutto per i nuclei a basso reddito.
Sterilizzate le clausole di salvaguardia che prevedevano un aumento dell’Iva pari a 23,1 miliardi, con la conseguente modifica delle aliquote Iva dal 22% al 25,2% e dal 10% al 13% che sarebbero scattate il prossimo gennaio. Disattivate anche metà delle clausole da 28 miliardi messe in conto per il 2021. Ma dalle microtasse il governo conta di recuperare circa 5 miliardi di entrate.
Dall’evasione fiscale alla sugar tax
Ampio è anche il capitolo riguardante la lotta all’evasione fiscale. Oltre a un inasprimento della pena per i grandi evasori, è previsto l’abbassamento della soglia del contante da 3000 a 2000 fino al 2021, e a 1000 dal 2022.
Nella sanità il superticket, ovvero la tassa da 10 euro a ricetta su visite ed esami, cesserà di esistere da settembre, con una detrazione dal valore di 165 milioni di euro e di circa 500 milioni a regime dal 2021. I fondi per la sanità, inoltre, aumenteranno di 2 miliardi nel 2020; altri 2 miliardi saranno stanziati per l’edilizia sanitaria.
Un’altra delle ipotesi contenute nella scheda di sintesi della manovra è la detrazione del 90% delle spese sostenute per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici. È il cosiddetto “bonus facciate“, che ha l’obiettivo di dare un nuovo volto alle città italiane.
Capitolo pensioni: saranno rivalutati gli assegni pensionistici lordi compresi tra i 1500 e i 2000 euro. La misura riguarderà 2,5 milioni di persone. Confermata l’esenzione del canone Rai per gli anziani a basso reddito. Nessun ritocco a Quota 100, mentre vengono prolungate di un anno l’Ape sociale e Opzione donna.
Nel mondo del lavoro, è importante sottolineare il taglio del cuneo fiscale sia per i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi compresi tra i 26600 e i 35000 euro fin qui esclusi dal bonus Renzi, sia per i 9,4 milioni con reddito compreso tra 8000 e 26600 euro che già percepiscono il suddetto bonus.
Per il rinnovo dei contratti pubblici il governo stanzierà un totale di 3,1 miliardi di euro a regime per i rinnovi: saranno aggiunti 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi dal 2021.
Tra le altre misure, in arrivo 160 milioni di euro dall’aumento delle imposte su liquidi, bruciatori trinciato, e oltre 45 milioni dalle sigarette. Confermata l’imposta sugli imballaggi di plastica dal giugno 2020: prevista un’aliquota di 1 euro per ogni chilogrammo utilizzato e la sugar tax, che tuttavia non si applicherà alle merendine ma alle bibite gasate.
Torna il bonus cultura per i diciottenni, in scadenza alla fine del 2019. Il governo vorrebbe rinnovarlo, anche se l’investimento dovrebbe calare da 240 a 160 milioni, con il conseguente dimezzamento dei 500 euro fin qui percepiti annualmente dai ragazzi. IlGiornale