Non è il salvatore della patria e non cammina sulle acque. Piuttosto, a ben vedere, Renzi è inesperto, improvvisa parecchio e quindi non dà certezze. E se tutto questo non bastasse, è anche vuoto dentro, gli manca qualcosa, leggero è il suo peso e probabilmente debole è il suo pensiero. A dare – parola più parola meno – questa immagine negativa del premier italiano, con una sentenza abbastanza netta, è l’Economist. Sì, proprio l’Economist, l’autorevole giornale che quando ironizzava su Berlusconi era portato come esempio da tutta la sinistra, manco si trattasse del Verbo divino.
«Renzi ha di fronte una domanda persistente – si legge nella rubrica “Charlemagne” – può salvare l’Italia o si rivelerà incapace come gli altri prima di lui?». Detta così, sembrerebbe un’apertura e invece la ghigliottina è dietro l’angolo. «Dopo quattro mesi è ancora presto per giudicarlo ma la sua promessa di portare a termine una grande riforma ogni mese era eccessiva. Ora Renzi dice che ha bisogno di mille giorni per fare la differenza e non cento». Colto in flagante, primo cartellino giallo per l’inquilino di Palazzo Chigi, tanto vanitoso e pieno di sé da fare il passo più lungo della gamba. Ma poi l’Economist prepara l’affondo spiegando come – accanto al suo essere giovane ed energico – ci siano anche «inesperienza, improvvisazione, vacuità». Il più chiaro risultato di Renzi «è stato il contributo in busta paga di 80 euro per i lavoratori meno abbienti, servito a maggio giusto in tempo per le elezioni europee». In pratica, una mossa dettata dalla propaganda elettorale. Ed è cartellino rosso, Renzi espulso dall’Olimpo degli dei. Secondo il settimanale, il premier italiano sta facendo errori nella sua strategia in Ue: «Passa troppo tempo a fare lobbying in Europa per una maggiore flessibilità rispetto alle regole fiscali, e troppo poco parlando del bisogno di più flessibilità per il mercato dei lavoro e dei prodotti in Italia». Il rischio per Renzi, afferma l’Economist, è quello che «fingere ci sia una soluzione veloce e facile» per uscire dai problemi alla fine favorisca il paragone con Silvio Berlusconi. Stavolta laRuota della fortuna sembra che cominci a girare male. Perché i bluff alla fine vengono sempre scoperti.
Redazione