Maltempo. Strage nel Palermitano: 10 morti, 9 a Casteldaccia

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La villa dove nove persone, tra cui donne e bambini, sono morti a causa dell'esondazione del fiume Milicia in contrada Cavallaro a Casteldaccia, (Palermo), 4 Novembre 2018. ANSA/MIKE PALAZZOTTO

La villa dove nove persone, tra cui donne e bambini, sono morti a causa dell’esondazione del fiume Milicia in contrada Cavallaro a Casteldaccia, (Palermo), 4 Novembre 2018. ANSA/MIKE PALAZZOTTO

Il capo del governo Giuseppe Conte è atterrato col volo di Stato a Palermo. Il premier è subito salito nell’elicottero, che lo attendeva nella pista dell’aeroporto, per sorvolare le zone colpite dall’alluvione e in particolare l’area di Casteldaccia dove sono morte 9 persone che si trovavano in una villetta travolta da acqua e fango. Il premier farà visita ai familiari delle vittime presso il Policlinico di Palermo. “Dopo avere firmato i provvedimenti necessari a gestire l’emergenza maltempo, mi accingo a convocare il Consiglio dei Ministri, la prossima settimana, per deliberare lo stato di emergenza. Con la deliberazione dello stato di emergenza il Governo disporrà lo stanziamento delle prime risorse e adotterà gli interventi necessari a superare l’emergenza”. Lo annuncia su Facebook il presidente del Consiglio.

Dopo il nordest e la Liguria, dove anche oggi resta allerta arancione per il maltempo, è la Sicilia, nelle ultime ore, a essere flagellata dalle piogge che nel Palermitano e nell’Agrigentino hanno fatto esondare i corsi d’acqua e il bilancio è pesantissimo: 12 le persone che hanno perso la vita, un disperso. Nel Palermitano nove delle vittime, e tra queste due bambini di uno e tre anni, si trovavano in una villa situata al confine dei comuni di Altavilla Milicia e Casteldaccia, non distante dall’autostrada Palermo-Catania. L’edificio è stato letteralmente sommerso dall’acqua del fiume Milicia, che ingrossato dalle piogge cadute ieri è uscito dagli argini. L’acqua è rapidamente arrivata al soffitto e le persone che si trovavano all’interno – due famiglie che si erano riunite per trascorrere insieme la serata – sono annegate. In due, un uomo e una bambina, sarebbero riusciti a salvarsi perché erano usciti per andare ad acquistare dei dolci. Una terza persona rimasta fuori dalla casa ha lanciato l’allarme col cellulare aggrappandosi a un albero. 

“Non so neppure io come mi sono salvato”. Davanti all’obitorio del Policlinico, sprofondato su una sedia, Giuseppe Giordano ricorda gli attimi fatali della tragedia di Casteldaccia. “Mi sono accorto – racconta – che l’acqua stava entrando a casa. A tutti ho detto: andiamo subito via. Ma, appena ho aperto la porta, sono stato investito da un fiume d’acqua che mi ha catapultato fuori. Mi sono aggrappato a un albero. Così sono sopravvissuto”. Ansa