Il cavallo di Troia del taglio dei vitalizi (che apre la porta alla sforbiciata alle pensioni degli italiani) rischia di inciampare sull’ostacolo dell’abuso d’ufficio.
Ieri l’associazione degli ex parlamentari ha formalmente notificato ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, e a tutti i componenti degli uffici di presidenza di Montecitorio e Palazzo Madama la diffida a non procedere all’approvazione della delibera che punta a rimodulare il sistema dei vitalizi agli ex deputati.
Una lunghissima e dettagliata memoria difensiva, con la quale gli avvocati degli ex parlamentari provano a smontare la delibera di Fico, arrivando a ipotizzare il reato di abuso di ufficio per tutti i componenti dell’ufficio di presidenza. Per l’associazione degli ex deputati, la delibera sui vitalizi «incidendo sullo stato personale del parlamentare sarebbe un atto amministrativo che non rientrerebbe nell’attività legislativa, funzione propria del parlamentare». Una circostanza che escluderebbe, dunque, per i componenti dell’ufficio di presidenza lo scudo dell’articolo 68 della Costituzione su immunità e insindacabilità. Aprendo la strada alla piena responsabilità penale e perseguibilità per abuso d’ufficio, avendo operato, nella qualità di pubblico ufficiale, un conteggio retroattivo dei vitalizi.
Nella diffida, gli ex parlamentari citano le riforme Dini (1995) e Fornero (2011) sulle pensioni che non hanno mai messo in discussione diritti acquisiti ma solo futuri. Ed infine c’è l’incognita del Senato: il presidente Casellati non vuole riproporre la delibera di Fico. Introducendo una disparità di trattamento tra senatori e deputati che – secondo l’associazione degli ex parlamentari – violerebbe l’articolo 3 della Costituzione.
La battaglia sui vitalizi è solo all’inizio. Domani il collegio dei Questori della Camera dei deputati si riunirà per trovare un’intesa sulla delibera. Fratelli di Italia accusa il Movimento Cinque Stelle di propaganda. Ma il ministro del Lavoro, Luigi di Maio, non vuole perdere l’occasione, non solo per ridare un po’ di ossigeno al M5s in calo di consensi nei sondaggi e decisamente schiacciato dalla Lega, ma di aprire un varco giuridico per giungere al vero obiettivo: le pensioni degli italiani.
«Questa settimana o al massimo la prossima», si procederà con il taglio dei vitalizi poi sarà incardinato il disegno di legge sulle pensioni d’oro», ha rilanciato ieri Di Maio. Il leader grillino prepara il blitz, mettendo nel mirino le pensioni che vanno da 4 a 5mila euro mensili per ricavare un miliardo da destinare agli aumenti delle minime. I conti non tornano e probabilmente per raggiungere il miliardo l’esecutivo dovrà mettere mano anche ad assegni più bassi come quelli da 3mila o 2.500 euro. Pensionati avvisati.
Ilgiornale