Ad Arcore si contano le ore, forse i giorni. Salvini strappa o non strappa? I contatti con i leghisti sono intermittenti. Anche qui si percepisce la voglia del leader leghista di chiudere un accordo con Di Maio, ma nessuno in fondo sa se lo farà davvero.
Silvio Berlusconi, il suo principale alleato, anzi il leader del centrodestra, Matteo Salvini, la accusa di distruggere mentre lui costruisce. È vero che lei strizza l’occhio al Pd? Ha timore di un accordo imminente fra 5 Stelle e e Lega?
«Francamente non vedo questo pericolo. Salvini finora si è comportato con correttezza nei nostri confronti. Credo che l’accusa di distruggere fosse obbiettivamente rivolta ad altri, non a noi. D’altronde il leader della Lega rappresenta una coalizione del 37%, non vedo che interesse avrebbe a rinunciare a questo per fare il partner di minoranza dei 5 Stelle. Sono certissimo, anche dai contatti avuti in queste ore, che continuerà a parlare e ad operare in nome dell’intero centrodestra».
Eppure, visti i veti, se il centrodestra resta unito non resta che il Pd. E magari un governo del presidente.
«Per quanto riguarda il Pd, non stiamo cercando un’interlocuzione politica con loro e non mi sembra neppure che da parte loro ci siano segnali di disponibilità. Quindi il tema non si pone neppure».
È possibile che si rimanga in una situazione di stallo, che alla fine nessuno faccia un passo indietro e si debba tornare a votare?
«Se non si trova nessuna soluzione, mi sembra inevitabile. Però sarebbe un peccato».
E se Mattarella desse veramente un incarico a Fico, secondo lei come finirebbe?
«Un governo che escluda le elezioni, fra Pd e 5 Stelle, sarebbe un ennesimo tradimento della volontà degli elettori. Finirebbe malissimo in tempi molto brevi».
La sentenza di condanna di Palermo sulla trattativa Stato-mafia getta un’ombra pesante sulla nascita del suo primo governo. Crede che avrà un effetto sui risultati elettorali di Molise e Friuli-Venezia Giulia?
«La sentenza di Palermo nella sua assurdità dovrebbe scuotere la sensibilità e la coscienza degli italiani. La condanna di servitori dello Stato che hanno inferto dei colpi decisivi alla criminalità mafiosa è un’autentica vergogna».
Com’è andata veramente in questi giorni? I veti incrociati con i 5 Stelle, di cui ha parlato Salvini, hanno in qualche modo fatto saltare un accordo che era a portata di mano?
«Prima di tutto non parlerei di veti incrociati, noi non abbiamo posto veti su nessuno. Anzi, nonostante le nostre perplessità sui contenuti e i metodi dei 5 Stelle, ci siamo detti pronti a fare responsabilmente la nostra parte, senza pregiudiziali verso nessuno, per far nascere un governo che affronti i gravi problemi degli italiani. Oggi sembrano dimenticati, ma quasi 5 milioni di italiani sono sotto la soglia di povertà, 3 milioni di ragazzi hanno rinunciato persino a cercare un lavoro, 600.000 clandestini sono in giro nelle nostre città, sono tutte questioni drammatiche che non aspettano le manovre tattiche dei partiti. Di fronte a questa nostra forte dimostrazione di responsabilità, abbiamo ricevuto veti e insulti che sono inaccettabili. Questa è una clamorosa dimostrazione di immaturità politica, di arroganza e di sete di potere dei 5 Stelle, hanno dimostrato in modo inconfutabile che non sarebbe ipotizzabile governare con loro».
E dunque?
«Dunque non credo affatto che la legislatura sia pregiudicata. Per me anzi non è cambiato nulla: il centrodestra è la coalizione che ha vinto le elezioni e ha diritto di esprimere il premier e di dare vita ad un governo. Un governo che in Parlamento, sul nostro concretissimo programma, può cercare i voti — o anche le astensioni — di chi ha a cuore il futuro del Paese».
Se il Pd resta all’opposizione mi sembra difficile che riusciate a governare senza i 5 Stelle.
«Gli italiani hanno votato per essere governati, non per essere richiamati alle urne e d’altronde, con grande probabilità, nuove elezioni produrrebbero un Parlamento simile all’attuale, con variazioni minime. Ma certamente, se la politica non riuscisse a trovare delle soluzioni, l’unica strada sarebbe quella del voto. Onestamente faccio fatica a capire il Pd, anche perché al suo interno è diviso in tante anime in contrasto fra loro. So solo che un’eventuale collaborazione con i 5 Stelle non produrrebbe nulla di buono, e condurrebbe alla fine politica del Pd. Nel frattempo gli italiani pagherebbero un prezzo molto caro».
Torniamo alla sentenza di Palermo…
«…Il solo fatto di associare il mio nome o l’attività del mio governo a questa sentenza è un comportamento irresponsabile, oltre che lontanissimo dalla verità storica e giudiziaria, messo in atto da un pubblico ministero molto vicino ai grillini. Non soltanto l’intero operato dei miei governi è stato di fortissimo contrasto legislativo e operativo alla criminalità mafiosa — ne ha dato atto fra gli altri Pietro Grasso, allora procuratore nazionale antimafia, che disse che avremmo meritato un premio per tutto quello che abbiamo fatto — ma se per assurda ipotesi la sentenza fosse corretta, io sarei parte lesa dei reati che vengono contestati. Mi auguro che di fronte a tali assurdità l’opinione pubblica e le stesse forze politiche reagiscano con la nostra stessa indignazione».
Pensa che sia ancora possibile fare un governo con il centrodestra unito?
«Non è solo possibile, è necessario. È l’unico modo per rispettare la volontà degli elettori». di Marco Galluzzo per il Corriere della Sera