Il leader italiano della Lega Nord, dunque, ha commentato con una frase lapidaria, ma significativa, la scelta, a quanto pare secondo lui scellerata, di Donald Trump di bombardare le città di Damasco e Horn durante la notte tra il 13 e 14 aprile.Un commento, il suo, che non lascia molto spazio ad ulteriori interpretazioni: “pazzesco, fermatevi!”. Sono queste le parole che Matteo Salvini avrebbe pronunciato una volta dopo aver appreso dell’attacco di stanotte contro la Siria. Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, a seguito di un annuncio televisivo alla nazione, ha comunicato l’impellenza, a suo vedere, di bombardare la Siria, facendo sì che le sue truppe agissero, con l’appoggio di Londra e di Parigi, mentre lui era ancora intento a parlare ai cittadini.
Mentre, con una comunicazione ufficiale da Palazzo Chigi, si attendono le dichiarazioni di Paolo Gentiloni, che dovrebbe parlare dalla Sala dei Galeoni entro la fine della mattinata di sabato 14 aprile, Matteo Salvini ha sià espresso il suo parere tramite il suo profilo Twitter. Il leader del Carroccio, ancora in attesa di sapere quali saranno le sorti del Governo di cui ancora non è dato sapere quando si formerà, non ha perso tempo.
Moltissime le reazioni al suo tweet e alle sue parole, più di 600 retweet. Tantissimi, inoltre, anche i commenti di coloro che hanno deciso di sposare la sua tesi, che lo appoggiano, ma anche qualcuno, invece, di chi dissente dalle sue parole e da una posizione assolutamente netta che il politico ha assunto, e che non lascia spazio a fraintendimenti. Silvio Berlusconi, invece, ha decido di prendere le distanze dal leader della Lega, e suo alleato di coalizione nelle scorse elezioni politiche. Non nascondendo, ancora una volta, le sue simpatie per Donald Trump, il presidente di Forza Italia si discosta da Salvini. A suo dire, infatti, in queste situazioni è meglio non pensare e non dire nulla. Molto cauto, quindi, Silvio Berlusconi, secondo il quale si è trattato di un attacco su obiettivi precisi, contro siti legati alla produzione di armi chimiche, che traduce il principio internazionale di condanna di queste armi.