A dire il vero per alcuni non ha mai smesso di esserlo. Il fondatore di Forza Italia, anni 82 e già presidente del Consiglio dei Ministri per un tempo lungo addirittura più di quello in cui a governare l’Italia fu Alcide De Gasperi, potrebbe presto tornare candidabile e quindi attivo all’interno delle Istituzioni del Paese. E’ una condizione che dipende dall’attuale status giudiziario del Cavaliere, ma è pur sempre una eventualità che in queste ore sta tenendo banco tra gli osservatori politici e tra gli stessi politici.
Silvio Berlusconi ha infatti richiesto al Tribunale di Sorveglianza di Milano la sua riabilitazione per tramite di una formale comunicazione dei legali, vale a dire la cancellazione dalla sua fedina penale riguardo la condanna per frode fiscale comminata nel 2013 nello stravagante processo per i diritti tv. Com’è a tutti noto Berlusconi scontò una pena di un intero anno in affidamento ai servizi sociali di Cesano Boscone. Ed in proposito la legge prevede che dopo tre anni dall’avere scontato la pena, lo stesso condannato possa chiedere di tornare incensurato. L’istanza presentata dai legali Franco Coppi e Niccolò Ghedini in nome e per conto di Berlusconi, prevede proprio tale procedimento. La presentazione risale allo scorso 12 marzo.
Da qui potrebbero aprirsi due scenari assai scontati, e che potrebbero scandire in modo determinante la vita politica del Paese nei prossimi mesi. Il primo è indicato dalla stessa Legge Severino, che ha portato all’estromissione del capo di Forza Italia da Palazzo Madama. La legge, infatti, prevede che il digiuno dai pubblici uffici duri fino a sei anni filati, e pertanto dalla fine di luglio del 2019 Silvio Berlusconi potrebbe tornare in ogni caso totalmente riabilitato sulla scena politica italiana ed internazionale. Il secondo scenario è quello relativo il ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo in Europa, andato ormai troppo per le lunghe e con l’unica udienza celebratasi nell’autunno scorso. Troppo tempo perso, serve un’accelerazione forte sulla tabella di marcia della “ri-candidabilità”
Adesso la richiesta di riabilitazione attraverso il Tribunale di Sorveglianza, che accelererebbe enormemente i tempi. Il pronunciamento va prodotto entro due mesi dal momento della presentazione, nel caso di specie entro il prossimo mese di giugno. Momento nel quale Berlusconi non solo potrebbe tornare riabilitato sul piano politico, ma potrebbe anche chiedere e ottenere di tornare sulla scena istituzionale avocando a sé una posizione di prestigio in un futuribile Esecutivo – anche di coalizione, con un’intesa o con il Pd o con i Cinquestelle – a trazione Centrodestra, dati i risultati elettorali e i numeri in Parlamento: Forza Italia, sia pure ridimensionata rispetto al passato, è arrivata seconda dietro la Lega (15,5% contro il 17%) e conta comunque oltre cinque milioni di elettori, risultando essere attualmente il secondo gruppo parlamentare a Palazzo Madama per via dell’adesione dei quattro senatori eletti nella lista “Noi con l’Italia”, portando gli azzurri a quota 61 contro i 57 di Matteo Salvini.
Ed inoltre, Berlusconi potrebbe tornare candidabile già in occasione delle prossime consultazioni elettorali, vale a dire le Europee del 2019: alcuni fedelissimi del Cav sono infatti pronti a scommettere che il fondatore di Forza Italia potrebbe guidare il partito per l’elezione dell’Europarlamento in almeno tre circoscrizioni. Ed in più, il ragionamento portato avanti ad Arcore è il seguente: gli accordi pre-voto del 4 marzo stabilivano che il partito con più consensi nel Centrodestra ne avrebbe indicato il candidato presidente del Consiglio, non il leader e quindi la guida politica della coalizione. E tale condizione che si prospetta fin dalle prossime settimane non farebbe altro che rimarcare tale ricostruzione. Con buona pace dei comprimari del Centrodestra, Salvini in testa.