C’è senso di accerchiamento in Forza Italia, e il timore che quei circa 170 parlamentari comunque sbarcati alla Camera e al Senato pesino quasi nulla nella scacchiera della crisi rispetto ai 183 ottenuti dalla Lega. Una Lega che sta dando le carte al tavolo delle trattative come se avesse stradominato la partita interna, con Matteo Salvini al quale lo stesso Silvio Berlusconi ha affidato il mandato di rappresentare il centrodestra sia per l’elezione dei presidenti delle Camere sia per tentare di formare un governo nonostante né lui né il suo partito del leader del Carroccio si fidino.
«L’obiettivo di Matteo è di fare un governo con il M5S per cambiare in fretta la legge elettorale e tornare al voto al più presto, ad ottobre», è l’opinione diffusa fra gli azzurri, sospettosissimi sulle mosse dell’alleato tanto più alla luce del niet arrivato ieri sera da Di Maio a candidati per le presidenze «condannati o sotto processo» tra i quali potrebbe essere annoverato Paolo Romani, da FI indicato per Palazzo Madama. «Alla fine i presidenti se li spartiranno loro, e noi resteremo fuori da tutto», è la paura anche tra i fedelissimi di Berlusconi, che resta però sullo sfondo, come se non stesse giocando la partita.