Ho scelto di sviluppare il mio programma elettorale seguendo tre direttrici generali; la definisco la politica delle 3 “R”, per indicare i termini di: Rilancio, Recupero e Rigenerazione, attraverso esse si possono ottenere riforme strutturali concrete, con una gestione programmata delle risorse economiche disponibili, sia sul piano degli interventi sia sul piano della spesa.
Il Rilancio parte innanzitutto dal sostegno all’imprenditoria, attivando interventi su più fronti: perseguire un concreto progresso delle zone ASI (Area di Sviluppo Industriale), dotandole di tutte le necessarie strutture e infrastrutture; a questo si aggiunge un utilizzo concreto delle risorse europee per le realtà imprenditoriali di nuova formazione, per poterle accompagnare nel percorso di sviluppo dalla loro nascita fino all’inserimento nel mondo economico-imprenditoriale sia italiano che straniero; terzo punto, non in ordine di importanza, l’attenzione verso i mercati esteri, potenziando l’export dei nostri prodotti; infine, sostegno verso le nuove tecnologie, il business 4.0.
Il mio rilancio economico e sociale, prosegue attraverso un concreto sostegno all’agricoltura, prima fonte di reddito del territorio, attivando politiche che guardano ai tre anelli della catena: il mondo produttivo, commerciale e la forza-lavoro bracciantile. Sfruttare le risorse dell’Unione Europea, cancellando i pessimi risultati dell’esperienza Crocetta (ben 21 milioni e 500 mila euro, previsti dal Programma di sviluppo rurale 2007 – 2013 per l’agricoltura, non sono stati spesi, tornando indietro). Un vero e proprio spreco, mentre, invece, andrebbero incentivati agriturismi, agricoltura biologica, energie rinnovabili, infrastrutture in zone rurali. Fondi necessari che devono essere destinati anche ai GAL (Gruppi di Azione Locale). Un’economia che diventa sostenibile, anche per la natura e l’ambiente.
Ancora, bisogna cancellare la legge di riforma dei Consorzi di bonifica, voluta dal governo Crocetta, di contro bisogna destinare risorse per il rifacimento della rete idrica della piana di Catania, ridotta ad un colabrodo. I commercianti vanno sostenuti con politiche concrete e durature per una presenza sempre più incisiva nei mercati esteri, con la creazioni di consorzi e marchi di qualità per valorizzare e tutelare il prodotto agricolo e agrumicolo dell’isola; infine, la forza lavoro, va tutelata contro lo sfruttamento, il caporalato e il lavoro nero. Questo tipo di economia si lega al concetto di recupero, grazie a diverse azioni: si combatte la desertificazione al momento in atto; si contrasta l’abbandono sempre più massiccio di fondi agricoli, per mancanza di redditività; si sostengono i giovani che vogliono scommettere il loro futuro, investenendo nella terra; si agisce concretamente salvaguardando l’ambiente. Un’economia che diventa rigenerativa, con benefici, dunque, in termini ambientali e generazionali, favorendo quel passaggio da padre in figlio che rischia di scomparire.
Con lo stesso impegno va sostenuta la zootecnia, altro settore trainante per l’economia locale che oggi soffre per l’assenza di politiche adeguate.
Il rilancio economico, sociale e culturale, il recupero e la rigenerazione che immagino passano, anche, attraverso una valorizzazione culturale e turistica dell’enorme patrimonio architettonico, monumentale, artistico e culturale della Sicilia, della città di Catania e della sua provincia; cui bisogna aggiungere la bellezza dei litorali, fonte primaria d’attrazione turistica durante la stagione estiva.
Investire nella cultura, nella valorizzazione delle tradizioni, nel variegato mondo enogastronomico tipico della nostra terra, si traduce nel creare un indotto economico, diretto ed indiretto, con migliaia di posti di lavoro da offrire. La Sicilia, invece, resta ai margini dell’offerta turistica, fuori dai principali circuiti dell’offerta di massa e di nicchia. Nonostante le tante negatività l’isola ha registrato una presenza crescente di turisti (gli stranieri nel 2016, hanno raggiunto quota 3 milioni e 300 mila). Da questo dato dobbiamo partire peer migliorare. Ci sono tantissimi giovani che oggi stanno investendo il loro futuro, formandosi nel settore turistico, ma c’è un gap non indifferente da recuperare, tra quanto possediamo e il modo in cui riusciamo a trasformarlo in offerta turistica. Restano ancora tante le lacune da colmare. Manca, inoltre, un’adeguata rete di collegamento viaria; penso alle autostrade e strade dell’isola, assolutamente carenti dal punto di vista della percorribilità e della sicurezza. Solo per citare gli snodi viari più importanti del comprensorio, penso alla Statale 121, la Paternò-Catania e la statale 284, la Paternò-Randazzo; entrambe attraversate ogni giorno da migliaia di veicoli, migliaia di pendolari, di mezzi pesanti che si spostano per motivi personali, di studio e di lavoro. Strade dove si trova ancora oggi la morte. Sicurezza e potenziamento della rete viaria devono, invece, diventare una priorità.
Sempre in tema di infrastrutture penso, poi, alla tratta metropolitana del catanese ancora incompleta, mancando lo snodo centrale Misterbianco-Paternò, che permetterà di collegare i Comuni della fascia pedemontana al capoluogo etneo. Bisogna investire in opere pubbliche, attuando una politica opposta all’attuale. Cancellare il triste dato che vede la Sicilia detenere il primato in Italia delle infrastrutture e opere pubbliche incompiute (ben 158 su un totale di 752). Terzo settore di intervento, per un concreto rilancio, recupeero e rigenerazione dell’economia siciliana è l’edilizia, legata anche alla green-economy. Già da diversi anni si sta affrontando una crisi durissima, con migliaia di posti di lavoro persi, e forti ripercussioni in negativo nell’indotto; la green-economy potrebbe essere il volano da utilizzare, ma ancora oggi si investe poco.
A tutto questo aggiungo la necessità nel dover Rigenerare i territori, creando un collegamento diretto con la Regione, il cittadino deve poter sentire vicine le Istituzioni. Ci sono interventi da dover effettuare subito sul fronte della sanità che deve diventare più efficiente ed efficace. La salute è un diritto Costituzionale da tutelare. Penso all’ospedale “SS.Salvatore”, di Paternò, con i reparti chiusi poco alla volta, senza reali motivazioni, determinando, enormi disagi e ripercussioni, anche economiche, in negativo per l’intero comprensorio; penso al nuovo ospedale “Maria SS.Addolorata” di Biancavilla, finito ma non ancora reso fruibile; penso all’ospedale “San Marco”, nel quartiere di San Giorgio a Catania, dove i lavori che si protraggono da anni. Nessuna lotta di campanilismo, dunque; sono convinto che servano più strutture, tutte adeguate nel dover rispondere alle esigenze della collettività.
Oltre a questo vi è molto altro da fare, in altri importanti settori: penso alle fasce sociali più deboli, agli investimenti nel settore dell’innovazione tecnologica e digitale, senza dimenticare gli anziani, i diversamente abili; ed ancora la scuola, lo sport, la tutela degli animali e la lotta al randagismo.