A Paternò Silvana Grasso presenta il suo romanzo “Solo se c’è la luna”

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La Fidapa di Paternò, con la sua presidente Maria Virgillito ha organizzato un incontro con l’autore che si è rivelato uno spettacolo straordinario. Merito dell’autrice: l’ecclettica Silvana Grasso. Nella città dalle origini arabe-normanne, per la presentazione di “Solo se c’è la Luna” edito da Marsilio, la Grasso ha conquistato la platea del Piccolo Teatro, che si aspettava, forse, una presentazione canonica, magari con la lettura di qualche passo del romanzo, tuttavia a prevalere, è stata la personalità prorompente della scrittrice.

Coinvolgente e ironica ha detto tanto lesinando solo qualche parola intorno all’opera, ampiamente introdotta, dal bravo giornalista Salvo Fallica. Il romanzo va letto d’altra parte, e quel poco che è stato svelato ha suscitato molta curiosità e interesse. E’ già un successo, “Solo se c’è la Luna” giunto alla sua terza ristampa in pochi mesi, e candidato ai premi Campiello e Strega, dunque qualcosa di molto vicino ad un capolavoro.

 L’incontro strutturato come un dialogo aperto tra l’autrice e il giornalista Fallica, ha visto la partecipazione tra gli altri, oltre la presidente fidapina Virgillito, della presidente dell’associazione AMMI (Associazione mogli medici italiani) Lita Torrisi, della presidente dell’associazione “Città Viva” Grazia Scavo e del sindaco Mauro Mangano. A rendere ancora più gradevole l’evento la voce di Cettina Busacca, che ha intonato canti del suo noto avo, Ciccio Busacca.

La Grasso, con la sua incontenibile e contagiosa energia, ha cantato, ad un certo punto, con la Busacca. Quest’aspetto, questo suo prendersi poco sul serio, il suo librarsi leggera su ogni potenziale, greve e consueto rito, quasi a rompere un’armonia per accogliere la sfida di crearne una inusitata, ha lasciato tutti meravigliati.

Lei, istrionica e indomabile, ha parlato di sé come distinta dalla celebre scrittrice che tutti ricoprono di lodi. Indecifrabile e imprevedibile come alcune trame dei suoi romanzi, arcana e plateale come i suoi personaggi, probabilmente ha lasciato un segno, un po’ della forza del suo modo di essere, come «il segno del gatto» che pare voglia invece carpire dal ritrovo con la gente, con i suoi lettori, quella corrispondenza, quel dare e riceve qualcosa dall’incontro con l’altro.  

Da parte nostra insistendo su cosa contiene il romanzo, la Grasso ha risposto in questo modo: «“Solo se c’è la Luna” racconta gli infiniti sentimenti che ci sono nella vita. Quando è la festa del santo Patrono, a fine festa, sparano nel cielo i petardi, sono neri ma quando si aprono sono una corolla di fiori dagli infinti profumi e colori.  Questo romanzo rimanda ai sentimenti della vita, al desiderio dell’amore che domina sempre, al desiderio di una madre che può essere morta anche se è viva. Insomma bisogna solo leggerlo e non si rimarrà delusi. Sicuramente tutti i gusti di questo romanzo sono quelli che potrete trovare in una buona e gustosa gelateria d’estate».