“Un congresso non si fa quando dieci persone decidono che sono pronte loro. Questo è un Pd senz’anima, se non va a congresso è un partito morto”. È insolitamente duro Gianni Cuperlo che pure è rimasto finora, per carattere e strategia, il paladino del dialogo. Ce l’ha con i giochi dei “capicorrente” e denuncia: “Siamo diventati una confederazione di sottopartiti”. E’ quanto dichiarato dall’ex presidente del Pd in un’intervista a Repubblica.
Cuperlo, la batosta del referendum allora non è servita?
“Dopo le dimissioni del premier e le parole di dignità di quella notte ho visto un gruppo dirigente narcotizzato. La destra gioisce. È caduto il governo. Di bicameralismo si riparlerà tra qualche anno ed è iniziato il count down della legislatura senza che ci sia una legge elettorale. Intanto aumenta la sofferenza di chi vive sulla pelle la violenza di diseguaglianze sempre più grandi. Il referendum è stato soprattutto un voto politico che ha bocciato governo, classe dirigente e alcune riforme simboliche. Insegnanti, precari, giovani, Mezzogiorno, la fotografia reclama una svolta”.