Una geniale iniziativa promossa dall’ormai ex Governo Renzi ha costretto molti Comuni dell’Acese, tra cui Aci Sant’Antonio, ad unificare il proprio Centro per l’Impiego in un solo ufficio con sede ad Acireale. La straordinaria scelta politica, proveniente dal decreto legislativo 150/2015, ha prodotto numerosi disordini alla collettività santantonese, la quale è costretta a raggiungere nelle ore più impensabili la temeraria struttura.
Tutto procede regolarmente, mentre gli ideatori di questo progetto sono sprofondati nel sonno più intenso sognando di creare un Centro per l’Impiego per tutti i Comuni etnei. Una parte della comunità cittadina, verosimilmente la meno abbiente, è obbligata a svegliarsi intorno alle due del mattino per aggiudicarsi un posto in prima fila. In realtà l’ingegnosa idea non finisce qui: infatti i politicanti di turno, sostenitori del “Comunista Renzi”, in tema di alternanza Scuola-Lavoro hanno deciso di accorpare la sede vicino (cioè dentro) ad una struttura scolastica, precisamente la “Paola Vasta” di via Maddem. Tuttora non si sa quale sia il movente di questa briosa iniziativa, probabilmente adottata in favore degli alunni stessi, i quali possono assaporare il mondo del lavoro in tenera età. Al di là della ragione, questo fenomeno ha causato numerose problematiche come per esempio quella relativa numerosi nonni che hanno dovuto aspettare a lungo prima di poter abbracciare i loro nipotini a causa della muraglia umana che si era creata durante la giornata.
Addirittura un ragazzo che si trovava nei paraggi, dato l’elevato numero di persone presenti, ha pensato che si stesse eseguendo un flashmob dei disoccupati. La dichiarazione più assurda viene rilasciata da una madre disoccupata, la quale si trova tra l’incudine e il martello poiché non sa se dare precedenza al figlio appena uscito da scuola o mantenere la priorità acquisita allo sportello fin dalle tre del mattino. Inoltre, starebbero emergendo strani casi di clientelismo infantile: numerosi disoccupati, per non rimanere bloccati l’intera giornata, hanno elargito ricompense economiche (si dice due euro) ai bambini dell’istituto con lo scopo che questi possano fare la fila al posto loro avvisandoli in caso di convocazione. Tuttavia, simpaticamente, le cifre versate dagli inoccupati non corrisponderebbero alle pretese degli alunni i quali pare si siano appellati alle corrispettive associazioni per chiedere un aumento. In attesa di futuri sviluppi si rimanda alla politica comunale e nazionale, che si ringrazia sentitamente.