Paternò, rifiuti: protocollo manomesso nel 2013. Adesso indaga la Procura

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La sezione paternese del Movimento Cinque Stelle ha diramato una nota stampa secondo cui alcuni dei militanti grillini sarebbero stati convocati dalla procura di Catania a seguito di un esposto presentato in merito al cosiddetto “protocollo manomesso”, in riferimento alla vicenda ormai nota riguardante l’affidamento della gestione dei rifiuti da parte dell’Amministrazione Comunale. 

LA VICENDA – A seguito di una non meglio specificata “situazione di emergenza”, l’Amministrazione guidata dal sindaco Mauro Mangano nell’aprile 2013 aveva deciso di indire un’indagine di mercato per riuscire a trovare una ditta che fosse in grado di gestire il servizio di raccolta in maniera efficiente ma con un minor costo rispetto alla Gesenu (che ricordiamo è la ditta facente parte del consorzio Ato 3 Simeto Ambiente, che fino a quel momento si era occupata della raccolta). Nella lettera, datata 29 marzo 2013 si indicò come termine ultimo imposto alle ditte per la presentazione di un progetto finanziario, ovvero una proposta di servizio a basso costo, le ore 12 del 4 Aprile 2013. Si avviò un’indagine di mercato niente meno che il venerdì Santo e la si fa concludere il giovedì successivo, due giorni dopo il lunedì di Pasquetta. La ditta prescelta fu la “Nuova Spurghi Jet srl” che pare presentò la sua proposta finanziaria giusto in tempo, ovvero il 4 aprile alle ore 12:34, quindi in ritardo. La presentazione fu modificata successivamente al 4 aprile ore 11:34 – come spiegarono alcuni consiglieri di opposizione proponenti di una Commissione d’Inchiesta ad hoc – l’esito dell’indagine di mercato. Il Movimento Cinque Stelle andò oltre, presentando per tali motivazione un esposto alla Procura della Repubblica. Ed oggi la convocazione. 

“Quando ci accorgemmo nel 2013 di quanto fosse accaduto – affermano gli attivisti del meetup –  abbiamo deciso di non partecipare al solito gioco politico di attacchi attraverso gli organi di stampa, bensì presentare un esposto alla procura della Repubblica di Catania per cercare di fare reale chiarezza su tale circostanza. Siamo contenti che la Procura – concludono gli attivisti – abbia deciso di fare luce su una vicenda imbarazzante per la città di Paternò”.