Carlo Azeglio Ciampi è ricordato in queste ore come ‘il padre della patria che ha difeso la Costituzione’. Adesso, va bene il dispiacere per la morte di un uomo che è stato comunque forte protagonista della storia italiana, ma io rifletterei sugli aspetti cruciali della sua politica europeista. I “padri dell’euro”, quale fu Ciampi, sono stati davvero così europeisti? Se per europeismo si intende quel pensiero che aspira ad una maggiore integrazione tra i popoli europei, guardando ai risultati attuali e ai disastrosi effetti dell’euro in primis in paesi della “periferia” come la Grecia ma non solo, io direi tutto il contrario.
E’ facile affermare che una stessa persona possa difendere la Costituzione (e dunque il proprio Paese) e nello stesso tempo truccare i conti italiani per favorire l’ingresso nella moneta unica e soddisfare i parametri di Maastricht. Più difficile dimostrarne la coerenza. Un presidente che starei attenta ad elogiare. Lo stesso Ciampi che venne chiamato sia da Prodi e poi da D’Alema per ridurre quel debito pubblico che lui stesso aveva contribuito a creare già dal 1981 con il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, privando la prima della possibilità di fare da ‘banchiere’ del secondo e dando un paese in pasto alla speculazione e al Capitale.