Terremoto, indagano adesso con 300 morti. E prima?

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di Luciano Mirone

Adesso scavano perfino nelle macerie del Municipio di Amatrice per scovare i documenti che possano inchiodare politici e tecnici alle loro responsabilità: su un appalto, su una progettazione, su un’autorizzazione irregolare. Adesso, dopo che c’è scappato il morto (e siamo a quasi 300) e il terremoto ha inghiottito le carte, si cerca la prova delle malversazioni e delle corruzioni, la “pistola fumante” di questi “omicidi” commessi in nome collettivo. E prima? Possibile che prima non ci fosse stato un esposto, una denuncia dell’opposizione, una inchiesta di qualche giornalista “pazzo”, da indurre qualche magistrato ad intervenire? Evidentemente no.

E se esposto, denuncia o inchiesta ci fossero stati, nessuno ha ritenuto di avviare un’indagine. La scena della protezione civile che – accompagnata dal tripudio di certo perbenismo italico – scava alla ricerca degli “atti compromettenti” è la metafora di un Paese alla rovescia. Un Paese che quando non ci sono i morti considera normale costruire abusivamente ovunque (sulle coste e perfino sulle montagne scoscese), che considera normale l’uso del cemento depotenziato e della sabbia, che considera normale che la politica chiuda gli occhi, e sui bisogni della gente ci fa i soldi e prende pure i voti, restando quasi sempre impunita. Ma quello stesso Paese, in tempo di guerra, si indigna e “scava alacremente”… alla ricerca di una verità che spesso è sotto gli occhi di tutti, ma che in tempo di pace nessuno vuol vedere, perché non sta bene mettersi contro il Signorotto che può alimentare il nostro orticello.

Adesso ci dicono che per mettere in sicurezza la Nazione ci vogliono almeno 36 miliardi di Euro. A parte il fatto che soldi non ce ne sono, c’è da chiedersi: In “sicurezza” da cosa? Dai terremoti, dalle alluvioni, dalle montagne che ingoiano i nostri paesi, o da chi ha lucrato sulle irregolarità? Sì, perché hai voglia di ristrutturare una scuola, di incordonare una montagna, di costruire un canale di gronda, se dal giorno dopo la politica vara le leggi di sanatoria, rilascia i certificati per costruire abusivamente, non fa i Piani regolatori, e quando li fa li adatta ai propri interessi, e la magistratura spesso non vede. Qui il primo problema da risolvere, caro Renzi, caro Berlusconi, è di fare piazza pulita del ciarpame che avete dentro, dal Parlamento alle amministrazioni locali. Il resto è chiacchiera.